Comunicare oggi #11
Quindi oltre la #due nessuna altra fase?Ci siamo spaventati, ci siamo chiusi in casa, chi più chi meno abbiamo seguito le regole, abbiamo rinunciato a tante abitudini e alla vita sociale. Molti di noi si sono addirittura dichiarati sereni nel riscoprire ritmi di vita più rilassati, illuminati dalla nuova consapevolezza che per essere felici basta poco, basta l’essenziale. Nei momenti in cui ispirazione e poesia hanno raggiunto i massimi livelli, addirittura ci siamo illusi di uscire da questa pandemia come esseri (umani?) migliori.
D’altronde si sa, noi italiani siamo facili all’emotività neo-melodica e all’ottimismo mediterraneo fatto di serenate ai balconi e di vita notturna per le strade, ammassati dentro ai bar. Non c’è che dire, mettiamo allegria noi italiani e su questo non c’è dubbio, ma quanto siamo responsabili?
Il punto è che dal 9 marzo 2020 ad oggi non siamo stati vittima di uno scherzo, non eravamo su un set cinematografico a girare “L’esercito delle scimmie 2”.
Qualcuno ricorda qualche highlights degli ultimi mesi?
Gli ospedali al collasso, le ambulanze a sirene spiegate 24 ore su 24, i morti, gli obitori sovraffollati, le nostre lacrimevoli esternazioni di solidarietà e vicinanza a medici e infermieri impegnati in turni massacranti.
Ho forse sognato? Cioè è stato solo un brutto sogno? Direi di no. Giusto per capire a che punto siamo: molte attività stanno riaprendo, le aziende stanno spendendo soldi, cifre non piccole per aggiornare la sicurezza dei luoghi di lavoro, sanificare gli ambienti ogni santo giorno, procurare a ogni dipendente mascherine, guanti e gel igienizzanti.
Un atto giusto e responsabile.
Per tutta risposta purtroppo molti indefessi e irriducibili festaioli, escono dal lavoro, si tolgono tutte le protezioni o si infilano le mascherine nel taschino della giacca al posto del fazzoletto e se ne vanno felici e contenti nella movida in centro storico a una manciata di centimetri da altri perfetti sconosciuti.
È un atto ottuso e irresponsabile.
Che poi non c’eravamo forse detti che quello che conta sono i valori, le persone che amiamo, gli amici veri? Le relazioni possono esprimersi anche senza il vociare di mille volti ignoti intorno. Magari potrebbe essere il momento per concentrarci davvero sulle persone che contano, quelle che ci sono mancate davvero durante la quarantena. Magari potrebbe essere il momento per dimostrare che abbiamo capito una lezione. Inaspettata, dura, drammatica. E aggiungo inaccettabile per tutti coloro che hanno perso un familiare.
Penso che la prossima fase sia solo nelle nostre mani.
[Andrea Fiore]