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Comunicare oggi #13

Comunicare è una roba da equilibristi coraggiosi...

Comunicare, un mestiere affascinante, creativo, sfidante.
Comunicare, terra di visionari e pionieri di nuove tendenze.

Comunicare è roba per equilibristi coraggiosi, perché il rischio di cadere rovinosamente nel vuoto da quel filo sottile è sempre in agguato. Comunicare è merce per acrobati della parola, perché se non hai tatto e sensibilità ipersviluppata, il pericolo di urtare quella altrui è molto alto.
Io la vivo proprio così, come una vocazione? Forse. Sicuramente come un’attitudine.

Quello che è certo è che la comunicazione si porta dietro uno stuolo di termini e concetti che rappresentano le tante direzioni in cui è possibile indirizzare le proprie strategie. Brand awareness, brand reputation, lead generation, engagement, sono solo qualche esempio.
La comunicazione molto spesso viene ridotta a mero strumento per la vendita di prodotti e servizi. Ottenere il massimo profitto con il minimo investimento, soprattutto se parliamo di comunicazione digitale. Spiacente di deludervi, ma non funziona così.

Comunicare non significa vendere, non solo perlomeno.
Comunicare significa mettersi in relazione, creare connessione, coinvolgere le persone raccontando storie, valori ed emozioni che ruotano attorno ai tuoi prodotti, alla tua azienda e alla persone che vi operano.
Questo è il mio mondo ideale.
Poi succede che a volte qualche comunicatore cede alla via più facile e prende scorciatoie.
Considero uno dei più grandi errori quello di creare contenuti screditando i competitor per ottenere attenzione e consensi. Credo che un bravo comunicatore debba mostrare competenza e abilità utilizzando strumenti e non “mezzucci”. Un bravo comunicatore ha la capacità di mettere in risalto i plus del marchio o del prodotto senza sterili paragoni.

Ho condiviso con voi questi miei pensieri perché mi trovo contrario alla campagna pubblicitaria della regione Calabria, che pur di portare turismo alle proprie spiagge, si è giocata tutta la comunicazione evidenziando la (presunta) situazione negativa di altre regioni.
Ritengo anacronistico e completamente fuori luogo la consumata contrapposizione tra nord e sud ancora come se non fossimo una nazione ma due squadre avversarie. Basta.
Ritengo fuori da ogni senso cavalcare una situazione drammatica come il Covid-19 per creare una campagna pubblicitaria mirata al turismo.
E ancora, ho trovato inaccettabile il solo pensare di parlar male di altri territori per rendere più attraente il proprio.
E poi amici diciamocela tutta: che bisogno ha la Calabria di fare tutto questo? È una regione meravigliosa, con mare e spiagge da sogno, bellissime riserve naturali e tutti i colori e i sapori mediterranei che tutto il mondo ci invidia.
Perché siamo in Italia, e l’Italia è un paese. Uno (di cui anche la Calabria fa parte).
Allora perché non ricordare che in Calabria il sole è sempre splendente?
Forse questa volta il comunicatore della regione Calabria ha preso un colpo di sole!

[Andrea Fiore]

comunicare

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