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Comunicare oggi #21

E finalmente torniamo a vivere lo stadio!

Capienza ridotta, per carità, ma intanto diamo libero sfogo a quella passione domenicale che noi italiani amiamo tanto.
Che poi, la cara vecchia domenica, quella dei negozi chiusi supermercati compresi, e degli stadi aperti, chi se la ricorda più?

Non ci sono più le domeniche di una volta e allora anche il calcio si adegua al nuovo mood e diventa un “minestrone” da mangiare 4 giorni a settimana. Poi della digestione ne parleremo.

Adesso veniamo all’argomento stadio.

Per il momento funziona così: abbonamenti non disponibili, solo biglietti nominativi da comprare rigorosamente online, poi una volta arrivati nei pressi del Tardini calcolare almeno 30/40 minuti di coda per via dei controlli Green pass.

Qualche disagio iniziale che vale la pena sopportare perché poi l’esperienza ripaga di tutto.

Vado allo stadio da tantissimi anni e ogni volta che salgo i gradini della Curva Nord mi emoziono come la prima volta, come se ad ogni partita ci fosse una sorpresa da scoprire. I cori, gli amici, i bandieroni, la partita, gli sfottò, tutti elementi che rendono lo stadio un momento irrinunciabile.
Ma come ogni medaglia che si rispetti, anche lo stadio ha il suo rovescio. Come saprete, nel corso degli anni si sono verificate troppe situazioni censurabili dove gruppetti di tifosi (chiamiamoli così) si sono resi tristemente protagonisti di atti violenti nei confronti dei tifosi avversari. Grazie all’introduzione di norme più severe e l’applicazione di DASPO che tengono lontani dagli stadi quei tifosi “cuccati” in fragrante, la situazione è sensibilmente migliorata e noi amanti dello sport e non delle risse, siamo tutti molto felici.

Quindi se la violenza è ridotta a casi sporadici, ciò che resta totalmente fuori controllo è l’atteggiamento antisportivo dei tifosi una volta entrati dentro lo stadio.

Ecco due esempi che mi stanno molto a cuore.

Il primo sono i cori e gli insulti razzisti. Siamo nel 2021 e ancora non riusciamo ad isolare 4 dementi che pensano di essere ironici o forse minimizzano l’insulto. Quello che mi lascia perplesso è l’incapacità del mondo calcio di applicare le regole, di dare segnali forti alle società che in qualche modo devono non solo prendere le distanze da questi atteggiamenti, ma anche fare in modo di identificare i responsabili e stracciare loro l’abbonamento, o il biglietto che dir si voglia. Come si dice a parma “etor che bali”.

Come è possibile che un giocatore come Koulibaly del Napoli venga insultato da un tifoso, riesca a rispondere al tifoso che lo ha insultato e quest’ultimo non venga identificato e portato alle forze dell’ordine? Una bella partita persa a tavolino e tutti a casa avrebbe probabilmente sollevato un polverone, ma forse sarebbe stato il provvedimento migliore per far capire che adesso basta!

La seconda situazione che vorrei non vivere più è sentire i fischi dei tifosi durante l’inno nazionale dell’avversario. Cosa spinge noi italiani a fischiare l’inno della Spagna? Ci avessero provocati, che poi non sarebbe nemmeno una giustificazione, ma manco quella. La Spagna non ha mai provocato l’Italia. Il loro allenatore Luis Enrique è tra gli allenatori più educati e sportivi del mondo del calcio, ha sempre stemperato tensioni e si è sempre complimentato con gli avversari anche dopo brucianti sconfitte (vedi semifinale Europei proprio contro l’Italia). Eppure a fischiare questa volta non erano i 4 dementi del Tardini, ma mezzo San Siro. Noi italiani abbiamo fatto una figuraccia mondiale visto che la partita era di cartello, quindi trasmessa in tutta Europa. I fischi all’inno nazionale avversario sono ignobili e antisportivi. Facile per noi criticare i tifosi inglesi che in finale dell’europeo avevano fischiato il nostro inno; facile dare degli antisportivi ai giocatori inglesi che durante la premiazione della finale europea si sfilavano la medaglia dal collo; facile puntare il dito verso gli altri, e poi? Poi noi facciamo uguale, con l’aggravante che abbiamo la velleità di insegnare come si sta al mondo agli altri!

In qualcosa addirittura siamo stati peggio. I tifosi del Milan presenti allo stadio San Siro in occasione di Italia – Spagna hanno fischiato per tutta la partita Donnarumma ogni volta che toccava palla. Gli italiani, in una semifinale della propria Nazionale, sono riusciti a fischiare il proprio portiere perché non gioca più nel loro club? DELIRIO! Posso capire (per modo di dire) in una partita del proprio club in cui Donnarumma si presenta da avversario, ma con la maglia della nazionale è inaccettabile. Insopportabile e inaccettabile per chi ama davvero questo sport. Siamo destinati all’estinzione!

Di questo passo il calcio diventerà sempre più indigesto, d’altronde non può essere diversamente mangiando minestrone 4 volte a settimana.

[Andrea Fiore]

Andrea Fiore

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